non segnasse, non mi vergogno a dirlo, gufavo e come se gufavo”. L'applauso è arrivato più volte. Quando ha parlato di Maradona, delle sfide con i difensori “che non ti mollavano mai e ti seguivano fino allo spogliatoio”, quando ha confessato che è nato di...
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non segnasse, non mi vergogno a dirlo, gufavo e come se gufavo”. L'applauso è arrivato più volte. Quando ha parlato di Maradona, delle sfide con i difensori “che non ti mollavano mai e ti seguivano fino allo spogliatoio”, quando ha confessato che è nato di sette mesi e di ottocento grammi (“Sono vivo per miracolo”) e quando ha svelato che, proprio lui che viene da quei posti dove il mare ha il colore del vino, del mare ne ha paura, ma una paura incredibile (“Perché del mare non ne vedi mai la profondità”). Quando ha detto che se ti danno una chance, come l'ha avuta lui per quei Mondiali, la devi sfruttare a ogni costo, “devi essere sempre pronto a dare tutto di te”. Alla fine è stato il turno anche di Salvatore da Airola, provincia di Benevento, e di Marco da Gaeta, provincia di Latina. Si sono avvicinati al palco, anche loro tra gli applausi. Totò Schillaci gli ha consegnato le due targhe. I due ragazzini hanno avuto voglia di chiedergli qualcosa. Schillaci non si è tirato indietro. P
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